martedì 17 gennaio 2012

non siamo tutti sulla stessa barca



Un elemento ricorrente nelle testimonianze che abbiamo raccolto è l'eterogeneità di quello che all'esterno può apparire forse come un fronte unito e compatto. Il "fronte operaio" di Termini Imerese è invece una realtà complessa e frammentata, dove le situazioni e le singole esigenze cambiano da persona a persona.
Se la cosiddetta finestra (che ha concesso a 640 operai il prepensionamento, dando maggiori opportunità di reinserimento lavorativo agli ex-lavoratori di Fiat e dell'indotto) ha rappresentato la soluzione indispensabile per garantire una certa continuità in questo delicato passaggio da Fiat a DR Motor, resta evidente che la situazione non può considerarsi completamente e definitivamente risolta. 
A dimostrare che la realtà è ben più complessa è arrivata di recente la brutta notizia che gli otto interinali di Bienne Sud non rientrano in questa soluzione. Il lavoro, loro, lo hanno perso. C'è da sperare che nel corso degli anni di assestamento di DR Motor il numero delle perdite non sia destinato a salire.
Il mondo dell'informazione, che si è ampiamente occupato dell'argomento almeno nel breve periodo in cui la notizia è stata di attualità, non sempre ha la capacità di rendere le sfaccettature di un fenomeno. Ciò che viene veicolato attraverso i più comuni e diffusi canali d'informazione ha la caratteristica di osservare l'insieme per dare l'idea nel suo complesso, ma poi, come avviene su uno schermo televisivo quando l'occhio trasforma i singoli pixel in un'unica immagine globale, si perdono i dettagli. 
Come dice Michele, la realtà che si cela sotto l'immagine globale è diversa. 
L'impegno che mettiamo nel nostro lavoro, per noi che un pezzo del cammino lo abbiamo percorso insieme ad alcuni lavoratori concentrandoci su alcune delle loro singole storie, punta a tentare di veicolare almeno in parte l'idea della complessità di questa realtà. Restituendo forse un po' di veridicità a un'immagine che, vista globalmente, risulta sfuocata. 

sabato 7 gennaio 2012

ripartire


Dall'intervista con Michele, rappresentante sindacale della Fim, emergono diverse riflessioni sul futuro. Anche Michele è un lavoratore di Bienne Sud, ma il suo contratto a tempo indeterminato fortunatamente gli ha permesso di ricevere la cassa integrazione. 
Per lui il tempo a venire è carico di aspettative. Michele a giugno si sposerà, e non ci nasconde che per quanto riguarda la stabilità economica e le garanzie lavorative questa scelta non nasce sotto il segno della "certezza" . 
- Se non credessi nel futuro e nel fatto che ne siamo artefici in prima persona, non avrei certo deciso di sposarmi. - ci racconta. - Non ho la sicurezza di poter offrire una stabilità economica a mia moglie e  mantenere i figli che eventualmente avremo, ma sento che devo credere nelle possibilità che ci verranno offerte. - conclude.
- Il problema di Termini è molto più complesso di come appare all'esterno - ci spiega - e se la fetta principale dei dipendenti Fiat è ora soddisfatta dalla vertenza, il mondo dell'indotto e delle ditte esterne  (un numero elevato di lavoratori) resta privo di garanzie. Quest'idea non viene veicolata dai media e dall'opinione pubblica per i quali il problema qui a Termini è del tutto risolto. - 
Nonostante le criticità, Michele non ha dubbi: il cambiamento che i lavoratori di Termini Imerese stanno subendo deve essere colto come un'occasione per rinascere. Il livello qualitativo delle auto prodotte a Termini è un punto d'orgoglio e una riprova di eccellenza; l'arrivo di DR Motor rappresenta la sfida grazie alla quale si può cambiare, magari in meglio. Non senza fatica, certo. Michele è dispostissimo a rimboccarsi le maniche lavorando anche più duramente di prima. - Mentre Fiat lascia gradualmente l'Italia, potremmo diventare noi il futuro di questo paese. - dice convinto. 
Purtroppo di recente il licenziamento degli interinali di Bienne Sud è stata una pessima notizia che ha colpito tutti. Ma per chi resta ancora "in gioco" è indispensabile impiegare tutte le forze per tentare di ricominciare. Si tratta di offrire una nuova chance non solo alla città, ma a una buona parte della Sicilia.

lunedì 2 gennaio 2012

delusione



- Non c'è più stato nessun incontro con la Regione, e della nostra situazione non se n'è più parlato né se ne riparlerà. - mi dice oggi Salvatore al telefono. 
Gli avevo appena fatto gli auguri di buon anno quando la notizia che non ci sarà la cassa integrazione per gli otto interinali di Bienne Sud mi coglie di sorpresa e mi spiazza. Forse dovevo aspettarmelo, ma in realtà ero fiduciosa. 
- Ci hanno ufficialmente licenziati. Ora mi sento solo e mi sento male. - conclude Salvatore.
A novembre gli otto interinali di Bienne Sud si erano incatenati davanti al Municipio di Termini Imerese per far sentire la loro voce. Per rendersi visibili. Uno dei loro striscioni dichiarava: "Scusateci. Ci siamo anche noi interinali di Bienne Sud." 
Ora penso a Calogero, che ha due bambini. E non è il solo con famiglia a carico. Le proteste, le notti all'addiaccio, gli sforzi condivisi con i compagni non sono serviti.
- Mi hanno strappato un sogno - aveva detto tempo addietro Salvatore davanti alla videocamera parlando della chiusura di Fiat. Però si illuminava in volto quando parlava dell'arrivo di DR Motor, in cui credeva davvero. Per lui e per gli altri interinali di Bienne Sud questa sarebbe stata l'occasione per dimostrare quanto valeva il loro lavoro. - Sono uno che non si arrende. - aveva concluso Salvatore col suo consueto sorriso aperto e sincero.
Gli dico di continuare a non arrendersi. - Ci hanno abbandonati. -mi risponde.