sabato 14 aprile 2012

Back to Termini Imerese

Arrivo a Termini Imerese in treno giovedì nel primo pomeriggio. L'aria della città, piena di sole e di profumo del mare, mi inebria appena metto piede nel piazzale della stazione ferroviaria. 
Arrivano a prendermi Salvatore e Michele. Sono contenta di rivederli, da tempo aspettavo di parlare con loro di persona della situazione di Termini dopo i contatti al telefono e tramite facebook. - Bentornata in Sicilia - mi dicono appena mi vedono. Sono passati tre mesi dalla fase delle riprese per il documentario, eppure tutto mi appare identico a prima, tanto che mi sembra di essermene andata da non più di un paio di giorni. 
Saliamo in macchina e andiamo a prendere un caffè nello stesso bar in cui ci eravamo conosciuti e dove poi molte altre altre volte, nei giorni delle riprese, ci eravamo incontrati. 
A dispetto della sensazione che provo, come se il tempo si fosse fermato, scopro subito che molte cose per questi ragazzi e per i lavoratori di Termini sono cambiate, e molto in fretta. Il mutamento non è positivo, come già sapevo, ma la realtà che mi viene presentata è forse un po' peggiore di quanto immaginassi. Per Michele e gli altri ex-lavoratori di Bienne Sud sono trascorsi quattro lunghi mesi senza ricevere un soldo di cassa integrazione. Provo a immaginare la disperazione di questo periodo, la fatica per tirare avanti e portare da mangiare ai propri figli, senza smettere di credere nella possibilità di ottenere un giorno ciò che ti spetta per diritto. 
Mi raccontano che in questa situazione di disperazione diffusa non sono mancati gesti di concreta e generosa solidarietà, come è avvenuto per esempio da parte del sindaco di Termini, Salvatore Burrafato, che ha offerto di tasca propria un contributo economico a molte persone. Sempre secondo il resoconto dei ragazzi, se qualche risultato positivo è stato raggiunto sul piano delle trattative ancora in corso, è stato proprio grazie all'impegno congiunto di sindaco e sindacati su questo fronte. Così dal 4 aprile per Michele e per gli altri di Bienne Sud sono arrivate due delle mensilità di cassa integrazione arretrate. Ma sono ancora in tanti a non aver ancora ricevuto nulla delle tutele garantite. Fra questi c'è anche Tommaso. Per lui (ex-lavoratore di un'impresa di pulizie tecniche), per i lavoratori delle mense e per altri ancora, la situazione è tuttora completamente bloccata. 
A causare tutto ciò è l'arresto del piano industriale che prevede il subentro di DR Motor. L'azienda, in crisi, non sembra avere i requisiti per diventare il fulcro di un nuovo sviluppo industriale sul territorio. Già a marzo sarebbe dovuto avvenire il primo insediamento di 300 lavoratori nella produzione DR, ma non è stato così. 
E dunque ai problemi rimasti già precedentemente irrisolti si aggiungono nuove e inaspettate criticità. La più eclatante riguarda la fetta dei 600 prepensionati. Molti di loro, a causa della riforma delle pensioni, si ritrovano fra gli "esodati" e rischiano di perdere le garanzie di ottenimento della pensione. Proprio quelli che sembravano i "privilegiati"durante i giorni della vertenza ora si ritrovano senza tutele al pari degli altri. 
E che ne è dei ragazzi che avevamo seguito durante le riprese per il documentario? 
Salvatore resta in cerca di occupazione, per ora riceve la disoccupazione. Michele riempie il tempo e guadagna qualcosa come allenatore di calcetto di una squadra di ragazzini. A giungo si sposerà. Calogero si arrangia come può. Immaginavo che, sapendo fare il panettiere, avrebbe avuto qualche risorsa in più degli altri, ma in questo periodo lavoro non se ne trova nemmeno presso i forni, costretti spesso a chiudere per la crisi. 
Dopo il caffè facciamo un giro nell'area industriale di Termini, dove tutto è silenzioso e deserto. 


1 commento:

  1. Ho sentito anch'io che Dr. Motors non sembra avere i requisiti per affrontare un progetto di tale portata avendo già rogne nei suoi confini. Bisogna smetterla con esodati etc.. le aziende che licenziano non devo promettere soldi per arrivare alla pensione, ma veri servizi di outplacement in modo che il lavoratore possa trovare un modo di lavorare e mantenere la dignita. Perchè per non fare del male alle aziende come Fiat non si cercano partner veramente seri come Toyota e simili per progetti di automotive seri? Se non fosse possibile perchè non cercare in settori diversi facendo leva sulle risors della zona?

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