martedì 13 dicembre 2011

l'oasi



La fase delle riprese è per ora giunta al termine e questo momento costituisce una pausa prima del montaggio.
Le impressioni e le riflessioni riguardo la questione di Termini sono però ancora molte, anche perché alcune considerazioni possono essere fatte solo a mente fredda, dopo una fase di distacco dai fatti vissuti.

Vorrei allora concedermi una piccola parentesi, diciamo distensiva, anche per quanto riguarda il blog e il post di oggi. Sì, è vero, non sono mancati di certo altri resoconti di momenti piacevoli e tutto sommato rilassanti. Questo è in effetti il vantaggio di occuparsi di attività in cui il rapporto umano ha un ruolo privilegiato come è stato nel nostro caso. Comunque, prima di passare a nuove, e spero "profonde" considerazioni, vorrei trattare un argomento, una sorta di fuori scena, che mi consente anche di fare un grandissimo ringraziamento (uno dei tanti) a due persone in particolare.

A dirla onestamente, non sarebbe stato possibile per noi e per il nostro limitato budget trovare alloggio in un albergo per il periodo delle riprese. Ma nemmeno in un bed and breakfast o in una stanzetta in affitto, per dirla tutta. La nostra buona sorte ha però voluto che ci fossero Angela e Calogero, zii di Fabrizio, che ci hanno generosamente concesso la loro casa delle vacanze a Compofelice di Roccella (già il nome dice tutto).

Lasciate innanzitutto che vi spieghi che cosa significhi per me, che giungo dalle nebbie e dal freddo umido padano, trascorrere il periodo tra novembre e dicembre in un luogo con le seguenti caratteristiche: sole a picco, caldo (pranzavamo immancabilmente all'aperto e in maniche corte), un tripudio di fiori, foglie e piante da far invidia alla foresta tropicale, e un bel sottofondo di rumoreggianti onde marine (visibili a un palmo di naso affacciandosi al terrazzo). Tutto questo equivale a giornate di umore euforico, che mi hanno aiutato ad affrontare la quotidianità con spirito a dir poco ottimista. Accompagnata da un simpatico gatto del luogo che è stato la mia inseparabile compagnia, mi sono dunque dedicata a diverse escursioni sulla spiaggia. Io ho detto ai miei compagni di lavoro (mentre si scervellavano sull'ideazione del progetto stando per lo più al chiuso) che stare sulla sabbia a guardare le onde mi aiutava a pensare meglio, ma temo non abbiano apprezzato davvero fino in fondo il mio metodo di lavoro (sulla cui efficacia ho la massima certezza!)
La cosa particolare è che la graziosa casetta al mare si trova in un complesso residenziale, un vero e proprio resort estivo (con tanto di piscina, bar, pizzeria e palco per l'animazione), naturalmente deserto, vista la stagione. La sensazione che ti prende in tale ridente desolazione è un senso di completo straniamento. Ad aumentare questa percezione surreale si è aggiunto anche il fatto che trascorrevamo gran parte delle ore del giorno tra i fumi delle ciminiere dell'area industriale di Termini (un luogo non propriamente ameno) circondati da un gran numero di operai d'umore nero (per usare un eufemismo), mentre finivamo la giornata tra le palme in riva al mare in un piccolo paradiso tutto nostro.

Nel ricordare con nostalgia questo piacevole periodo un po' fuori dall'ordinario, voglio dunque pubblicamente dire: Grazie Calogero e Angela! Senza di voi questo lavoro non sarebbe stato possibile (e la frase va presa proprio in senso letterale).





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