sabato 3 dicembre 2011

operai in alto mare



Ieri siamo stati a pescare con Tommaso. Ci ha portati al porto, dove è ormeggiata la bagnarola del suo amico Antonio. Per Tommaso e Antonio la pesca è un modo per distrarsi e allontanare i pensieri angoscianti. Saliamo sulla piccola imbarcazione traballante e trovo posto su di un'asse di legno. Tommaso fa partire il motore e ci allontaniamo fluidi dalla banchina del porto. Con lo sguardo abbraccio la grande massa di acqua verde e placida. Mi pervade un senso di pace e libertà. Respiro l'aria mite. Antonio e Tommaso preparano le lenze e le gettano in acqua. Sono allegri. Un po' distante da noi c'è un'altra barchetta con un pescatore. L'uomo ci saluta e inizia con Tommaso e Antonio un dialogo a distanza. Poi, vedendo la videocamera, improvvisa una piccola intervista. Alle sue spalle dove l'acqua lambisce la terraferma si stagliano le ciminiere della zona industriale. Il pescatore indossa la felpa di Fiat, la "divisa" che qui a Termini vedi un po' ovunqe, quasi in città ci fosse uno strano esercito i cui soldati sono in licenza, una lunga licenza. Anche lì in mare, sulle barche, ci si incontra tra colleghi e si parla di Fiat. - Tutti qua a pescare siamo - ci dice il pescatore con un sorriso amaro. 
Intanto Tommaso e Antonio sono riusciti a pescare quattro seppioline i cui schizzi di inchiostro sono finiti anche sulle mie scarpe. Sul volto di Tommaso non c'è più traccia dell'espressione tesa e preoccupata delle giornate di assemblee e picchetto davanti ai cancelli dello stabilimento. Parlandoci delle bollette che a casa sono impilate l'una sull'altra in attesa di essere pagate riesce anche a sorriderne. Il problema è che la cassa integrazione arriva spesso in ritardo. Anche stamattina Tommaso è stato a pesca ed è riuscito a portare a casa del buon pesce per pranzo per la sua famiglia. - Pescare mi serve a non cadere in depressione - ci dice. Antonio ci racconta di essere disoccupato e di riuscire a tirare avanti solo grazie ai genitori e ai suoceri.
La sera a casa mangiamo le seppie che Tommaso e Antonio ci hanno regalato dopo la battuta di pesca. Sono buonissime, hanno il sapore di quella giornata.

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